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PAOLA PALLOTTINO

virgoletteGRAZIA NIDASIO, UN’UMORISTA CON L’APOSTROFO
Medea è femmina, Sir John Falstaff è maschio. Anche in Italia la regola è che gli umoristi debbano portare i pantaloni.

Un’eccezione perentoria: Franca Valeri, che paga ancora oggi il prezzo dell’avvilente sospetto che il physique sia indissolubile dal rôle.
Quanti ‘caricaturisti’, infatti, contro una Adrì, una Vera, una Rosetta? Non meno significativo
l’ostinato ricorso agli pseudonimi da parte delle donne.
Il fumetto satirico non ne conta molte di più. Perfino una stella di prima grandezza come Claire Bretécher è passata attraverso l’umiliante definizione di ‘Feiffer in gonnella’.
A quell’umorismo inteso come chiave di vita, tanto più difficile quando si fa parte dell’altra metà del cielo, appartiene anche un’altra artista.

Erede di una grande tradizione umoristica, oggi parliamo della geniale consapevolezza con la quale Grazia Nidasio denuncia, attraverso le piccole cose, quelle infinitamente più grandi, affinando la chiarezza del proprio linguaggio attraverso il canale privilegiato e impervio della caricatura, dell’illustrazione e del fumetto rivolti prevalentemente all’infanzia.

Nata a Milano, dove ha studiato scultura a Brera con Messina, Grazia Nidasio, che risiedeva a Certosa di Pavia, esordisce giovanissima con illustrazioni per Marzocco, AMZ, Mondadori, Einaudi e Rizzoli. Nel 1955 vince il Premio Diomira e intensifica la sua collaborazione al «Corriere dei Piccoli» dove, da trent’anni si alternano i personaggi che le hanno meritato uno Yellow Kid nel 1972: da Alibella a Gelsomino, da Nonno Robi al Dottor Oss, fino alla popolarissima Valentina Mela Verde, tradotta in Francia e alla sorellina Stefi, le cui avventure, oltre che su «Juppo» in Olanda, sono apparse in Spagna, Grecia, Turchia, Jugoslavia, Belgio, Svezia, Olanda, Brasile e, proprio recentemente, animate in quindici episodi per la televisione nazionale.
Alla direzione artistica del «Corriere dei Piccoli», Nidasio ha affiancato collaborazioni alla «Domenica del Corriere», «A suivre», «Messaggero dei ragazzi» e ad «Amica» per la quale, dal 1978, ha creato il suo capolavoro, la serie a fumetti: Ma i grandi amori erano poi così grandi?

Da D’Annunzio e la marchesa di Rudinì a Scott Fitzgerald e Zelda, da Edoardo e Wally a Gertrude Stein e Alice Toklas, fino a Jaqueline e ‘LUI’, gli amori dei più famosi protagonisti del secolo sono raccontati con il sorriso brillante e spietato di un segno che Faeti definisce “perentorio e disinibito” e che, dai metafisici veleni di Edward Gorey alle affilate crudeltà di Roland Searle, arricchisce la gamma delle cattiverie grafiche con l’esplosiva, personalissima allegra perfidia di Nidasio.
da un testo del 1983

Paola Pallottino – Già docente di ‘Storia dell’arte contemporanea’ all’Università di Macerata,
storica di illustrazione autrice del testo “Storia dell’illustrazione italiana”
e fondatrice del Museo dell’Illustrazione di Ferrara.